Il patto che fermò i nazisti
Il Patto Molotov-Ribbentrop fu un trattato di non aggressione tra la Germania Nazista e l'Unione Sovietica. Venne firmato a Mosca il 23 agosto 1939 dai Ministri degli Esteri delle due nazioni, Molotov e Von Ribbentrop.
Questo patto viene spesso usato dagli anticomunisti, dai “sinistri” e dalla propaganda borghese di ogni epoca come cavallo di battaglia per diffamare il movimento comunista paragonandolo al nazismo, trasformando così un trattato di non aggressione in un’alleanza fra i “due totalitarismi” che secondo loro condividevano gli stessi obiettivi imperialisti. Coloro che si prestano a queste falsità non sanno, o non vogliono parlare, dell’alleanza a carattere antinazista proposta più volte dall’Unione Sovietica ai cosiddetti paesi “democratici” come Inghilterra e Francia, ma che venne ostacolata e rallentata volontariamente, poiché il loro obiettivo principale era quello di indirizzare Hitler verso est, verso l’Unione Sovietica, contro l’eterno nemico bolscevico. A supporto di quest’ultima testi basterebbe citare la famigerata Conferenza di Monaco dove Inghilterra e Francia consegnarono a Hitler la regione cecoslovacca dei sudeti, in cui si trovava una delle maggiori fabbriche di armamenti d’Europa, le officine Skoda. C’è anche da dire che la Germania fu finanziata dagli stati “democratici” che oltre al sostegno economico e politico gli concessero il riarmo. Possiamo quindi capire il motivo dell’interruzione delle trattative fra Unione Sovietica e Inghilterra, poiché a quest’ultimi non interessava affatto un’alleanza militare con i sovietici come emerge anche dalle trattative segrete anglo-tedesche dove gli Inglesi promettevano la fine dei colloqui con i sovietici e l’impegno a metter fine alle trattative che i francesi avevano con i russi chiedendo in cambio alla Germania di non interferire negli affari dell’impero britannico.
Tutto quindi sembrava andare per il meglio per gli stati “democratici” che potevano vedersi realizzare il sogno della guerra a fronte unico antisovietico, ma quella politica di concessioni fu un fallimento e insieme ad altri fattori fece capire ad Hitler che Inghilterra e Francia non avevano poi grande capacità di resistenza e decise così di conquistare l’Europa occidentale prima di attaccare l’Unione Sovietica. A questo punto Hitler propose il trattato di non aggressione che venne firmato dando così circa due anni di tempo all’URSS per preparare quella che poi sarebbe stata la capitolazione nazista, ma l’altra cosa fondamentale fu che per la prima volta i governi “democratici” entrarono in conflitto con Hitler, poiché vedevano svanire il sogno di portare la guerra su un unico fronte ad est, e furono costretti a dichiarare guerra alla Germania, anche se solo formalmente, visto che durante l’avanzata nazista sulla Polonia non ci fu nessun attacco sul versante occidentale, poichè speravano ancora di poter condurre Hitler verso est senza essere tirati in ballo.
Ormai la pace tanto cercata e sperata dai sovietici era impossibile, ogni trattativa con le “democrazie” occidentali era stata ostacolata e il rischio di una guerra a fronte unico antisovietico era più che una paura, ma il patto sovietico-tedesco riuscì a staccare Hitler dai suoi sostenitori occidentali e a dare una tregua fondamentale per l’URSS. Ovviamente i sovietici sapevano che prima o poi ci sarebbe stata l’invasione nazista nonostante il patto, perciò l’azione più astuta fu quella di impedire l’avanzata tedesca verso est preservando i confini e i territori da cui poteva essere invasa.
Alla favoletta della brutale spartizione della Polonia ci credevano a malapena gli americani, visto che perfino fervidi anticomunisti come Churchill e Chamberlain dissero che l’avanzata sovietica era necessaria per proteggersi dai nazisti, da notare anche che lo stesso governo polacco in esilio non dichiarò mai l’avanzata sovietica un atto di guerra e che i popoli di quelle zone, prevalentemente ucraini e bielorussi, accolsero con gioia le truppe sovietiche. Probabilmente ci fu qualche dichiarazione della Russia sull’interesse per le zone non polacche della Polonia, ma dire che l’avanzata russa sia stata programmata in anticipo è una delle tante “verità” menzognere che ci impongono tuttora per comparare nazismo e comunismo, poiché la tesi di una spartizione anticipata si può definire erronea anche per come è avvenuta l’avanzata.
Tirando le conclusioni non si può che ammettere il ruolo fondamentale che hanno avuto i sovietici e lo stesso patto Molotov-Ribbentrop per la liberazione d’Europa dal nazismo, di cui troppo spesso si affibbiano i meriti solamente agli americani, dimenticandosi che mentre da un lato c’era lo sbarco in Normandia, dall’altro i sovietici avevano respinto da soli i nazisti facendoli retrocedere di centinaia di chilometri e avendo liberato l’URSS marciavano ormai verso Berlino, ma era ovvio che gli americani non potevano restare a guardare e lasciare tutta la “gloria” ai sovietici, arrivando ora a negarla, a dimenticarla, nonostante l’enorme tributo pagato, tornando costantemente a comparare, e a volte capovolgere, gli aggressori con gli aggrediti, gli oppressori con gli oppressi. Ma il popolo non dimentica, nessun compagno è caduto invano, il loro sacrificio sarà da esempio per tutte le generazioni di rivoluzionari future, il loro messaggio indelebile è che solo lottando, anche al costo della vita, si può ottenere qualcosa, si può cambiare veramente il mondo.

Aleksei
Repubblica Popolare Sovietica
 
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